lunedì 26 gennaio 2009

simply

Biscotti al cioccolato. Sapete come vanno certe cose nella vita. Basta un giorno in cui a lavoro nessuno ti rivolge la parola o il capo passa un incarico nuovo di zecca ad uno meno esperto di te per spalancare la porta alla paranoia. Salve, l’aspettavo, si accomodi ma non si illuda di restare a lungo. Una cosa del genere e ti vedi uscire dall’ufficio a fine giornata quasi di soppiatto, come se non te lo fossi meritato il tuo fottuto pane quotidiano. E ti ascolti lamentare un accenno di saluto a mezzo dB cui nessuno replica.
Così vanno, come le suole delle clarks che ad un momento dato dimenticano il concetto di aderenza e ti rovesciano sull’asfalto bagnato. E quella allora si mette comoda comoda sdraiata tra l’orecchio destro e quello sinistro. Ma non è la prima volta, ci sei già passato, su per giù una a settimana e sai che si guarisce. Conosci tutta una serie di antidoti a questo ingombrante malumore. Beh, mica ti vorrai far vedere in queste condizioni dai tuoi amici/genitori/fidanzata/altro, no? Di venerdi sera, ma chi ti conosce!
Cammini veloce rischiando l’osso del collo ma quasi ci sei, giri l’angolo e già la vedi. L’insegna. Un bel giallo mela gialla. Non c’è nient’altro di così sparato sulla strada verso casa. Sfili lungo le 20 casse sfociando in un mare di disinibizione a 256 colori. Scaffali a righe e colonne incasellati così a cazzo da farti perdere un giorno per un tubetto di dentifricio, figurati quando entri solo per farti due passi. Tonno, pasta, cipolla, birra, insalata in busta, budino, latte UHT, coca cola … che cercavo, ah ecco!

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