sabato 4 settembre 2010

Olivetti kinder

Il sig. D.P. non poteva fare a meno di ficcare il piede in ogni spiraglio si aprisse davanti al suo curioso sguardo. Del tutto inconsapevole si era offerto di trascorre due sane e salutari settimane in una ridente cittadina del torinese, tale Olivettopoli.
Olivettopoli, per chi non la conoscesse, ha una posizione geografica che la rende strategica rispetto alle reti infrastrutturali dei territori limitrofi. Si trova di poco disassata rispetto all’asse autostradale ovest-est Torino-Milano, mezz’ora appena dalla prima, poco più di una dalla seconda. Un’ora a sud di Aosta via la A5.
Otto ore da Roma nebbia padana permettendo, una mezza in più uscendo a Firenze nord per il consueto omaggio al Michelucci. Per chi fino al giorno prima di partire se ne stava in spiaggia ad interrogarsi sul cognome dell’attrice Alba R-5lettere-cher, tutto ad un tratto, il lontano nord.

Ad Olivettopoli, o meglio ad Ivrea, la vita fino al 1938 scorreva tranquilla come la Dora Baltea d’estate. Ogni famiglia aveva il suo campo da arare, il suo gallinaio, il suo cane, il suo pozzo e la propria tradizionale casa dal tradizionale tetto a due falde inclinate.

Si supponeva nessuno potesse rompere quello stato di quiete finché un bel giorno, oltre a doversi sorbire i progetti visionari di un tale Benito M., i quieti eporediesi si trovarono a fare i conti con le crescenti ambizioni dell’ingegnere 37enne Adriano O., figlio primogenito di Camillo, fondatore di un’impresa che produceva fin’allora innocue e romantiche macchine da scrivere, cui venne lo sghiribizzo di cambiare le sorti dell’umanità in nome del buono, sano e sportivo ideale di progresso.

venerdì 13 agosto 2010

Notturno


Sete.
Gocce esplodono al rallenti solcando la visiera in mille rivoli.

Paura.
Ruoto la manopola e mi accovaccio sulla carena lucida riflettente vividi paesaggi di luci.

Sguardo.
In equilibrio instabile nel flusso del tempo come lanciato da una fionda meccanica, attraverso in volo l’occhio di Golia.

venerdì 18 giugno 2010

contro-routine

... pensare un minuto ancora prima di abbandonare i sensi al divano,
rubare qualche pagina al sonno,
dedicare dieci minuti (solo dieci minuti!) per un email che sono mesi che vorresti scrivere,
provare un giorno a guardare negli occhi tutte le persone che incontri (e provare empatia per loro),
offrire un altro giro di birre quando già tutti se ne stanno per andare nelle loro case,
addentrarsi per quartieri sconosciuti e farli propri,
decidere di dimenticare il telefono sul comodino,
regalare ad un amico un prodotto della tua creatività ...