domenica 11 gennaio 2009

Caro amico mio

Caro Davide,

non è facile cominciare a scrivere. E non è facile cercare di rispondere al tuo messaggio.

Ci sono ancora molte cose che non son chiare nella mia testa.
Per ora prendo il tuo blog come un invito alla corruzione. All’indisciplina del momento.
Innanzitutto bisogna fare attenzione a non sbagliare obiettivo. Quindi, proviamo.

Penso di essere un uomo come tanti altri. Penso di vivere il momento del passaggio. Penso di essere immerso in un profondo tormento …ma indolore. Bianco. Il passaggio tra l’antico che non c’è più e il nuovo che deve ancora essere.

Davide, hai fatto caso a tutto questo silenzio? Si , sono certo di si! Vorrà sicuramente dire qualcosa, pero’ ? Vuol forse cercare di nascondere la vergogna delle antiche illusioni?
Le cose cambiano veloci e le parole sembrano non bastare per capirne fino in fondo il senso.
E’ forse in questa non – comprensione dell’azione presente che si deve ricercare la nostra inquietudine? Il passato sembra esserci chiaro. Sembra.
E questa chiarezza ci sgomenta e ci sballottola. E se provassimo a rimettere in discussione anche il passato? Che succederebbe? Servirebbe a analizzare il presente sotto un’altra luce? A darci ancora una volta l’illusione che tutto va come deve andare?

E poi c’è la fisicità. Il contatto. Le nostre mani e i nostri occhi. Questa distanza maledetta. Hai ragione a invitarci a “ utilizzare la rete e le sue straordinarie potenzialità”.
Non son sicuro che riusciremo a godere dello stesso godere collettivo ma proviamoci lo stesso. Insieme. Tutti. Forse per un po’ ci farà bene anche questo.

Luca.

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